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Sanità, Dea di secondo livello; il sindaco Biondi: "Il Pd mortifica L'Aquila"

19/11/2017

“La Regione a guida Partito democratico continua a mortificare la
sanità aquilana limitando il dibattito all’istituzione del Dea di
secondo livello solo all’area Chieti-Pescara”. Lo dichiara il sindaco
dell'Aquila, Pierluigi Biondi, che già nei giorni scorsi ha ribadito
come l'ospedale San Salvatore abbia tutte le caratteristiche per
ospitare un Dea di secondo livello a servizio delle aree interne e
come siano già disponibili 6,1 milioni di euro, di cui un terzo donato
dalla Regione Emilia Romagna, per istituire la centrale unica
operativa del 118 nel capoluogo abruzzese.
“Appare chiaro, quindi, che la delibera in cui si prevede
l'istituzione della Commissione per lo studio di fattibilità per la
realizzazione di un Dea di secondo livello tra L'Aquila e Teramo del
giugno scorso - commissione che a oggi non si è mai riunita - sia
stata una maldestra trovata elettorale, tra l’altro neanche andata a
buon fine, visto l’esito della competizione amministrativa” aggiunge
il primo cittadino.
“Si continua a dare corso a quanto previsto dal decreto 79 del 2016
dell’allora commissario alla sanità, Luciano D’Alfonso, che già
relegava a Dea di primo livello l’ospedale del capoluogo di regione –
prosegue Biondi - Purtroppo all’epoca nessuno levò una voce in difesa
del nosocomio aquilano, a partire dal primo cittadino, Massimo
Cialente, generalmente molto loquace e invece allora silente e
remissivo medico e presidente del comitato ristretto dei sindaci della
Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila”.
“La difesa delle prerogative del capoluogo di regione passa anche
attraverso queste battaglie che qualcuno all’epoca ritenne di non fare
e che, al contrario, abbiamo da subito rimesso al centro del dibattito
cittadino e non solo, incassando già il sostegno dei sindaci di tutta
la provincia, a partire da quelli di Avezzano, Sulmona e Castel Di
Sangro che, smessi i panni di un campanilismo inutile, sono in prima
fila per rafforzare l’offerta della medicina ospedaliera e di quella
territoriale”.

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