Consiglio straordinario su Sanità, il Sindaco Cialente: "Migliorare la sanità territoriale e creare Centri di eccellenza"
"Quando si parla di sanità troppo spesso si vira verso la politica e si approda al campanilismo. Bisognerebbe iniziare a parlare a di salute".
Con queste parole il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente ha iniziato il suo intervento in aula consiliare, nella seduta straordinaria interamente dedicata alle problematiche della sanità, richiesta, come ha ricordato in apertura dei lavori il presidente Carlo Benedetti, rispettivamente dal gruppo consiliare L'Aquila Città Aperta e dal consigliere Salvatore Placidi (Cattolici democratici) insieme con l'allora capogruppo Pd, e oggi assessore, Maurizio Capri.
"Si parla di ospedali di primo e secondo livello, ci si avvita su numeri e statistiche, ci si perde in discussioni campanilistiche - ha proseguito Cialente- e si perde di vista il dato più significativo, quello dal quale partire. In un ambito, come quello sanitario regionale, in cui la società esterna che gestisce il servizio di elaborazione dati non fornisce informazioni precise, abbiamo una sola, drammatica certezza. Questa è una regione con poco più di 1 milione di abitanti e 140 milioni di mobilità passiva nella sanità. Gli utenti, insomma, scelgono di curarsi altrove. Questo vuol dire che qualcosa non va, che, in alcuni casi, la risposta non è efficace. Davanti a tale, annosa evidenza, anziché andare a vedere cosa non funziona, e perché, si moltiplicano reparti e servizi solo al fine di assecondare carriere e blandire l'elettorato. Il risultato è uno spreco di risorse e un ristagno dell'inefficienza. Quello che si deve fare è, invece, partire dalla medicina territoriale, dando risposte al fabbisogno base della popolazione, partendo dagli anziani e dai bambini, laddove ora, con una comunità con sempre più ultrasettantenni, si tagliano le Rsa pubbliche, con il risultato che le famiglie non sanno dove ricoverare gli anziani non autosufficienti. Bisogna invece creare dei presidi di medicina, chirurgia e ginecologia di base, organizzando al contempo una rete efficace ed efficiente del servizio di 118. A fronte di questo, promuovere centri di vera eccellenza, in grado di attirare utenza da fuori regione. Per l'ospedale dell'Aquila, per esempio, si dovrebbero potenziare le vocazioni nel campo dell'oncologia e della filiera neurochirurgica. Oggi la medicina è cambiata. I reparti sono efficienti se hanno un'utenza tale da garantire il necessario know how del personale medico e paramedico e una strumentazione adeguata. Tutto questo ha un costo. I doppioni, inutilmente creati a distanze ridicole, disperdono le risorse e non garantiscono i livelli di sicurezza. Un reparto di emodinamica è sicuro non se sta sotto casa, ma se effettua un congruo numero di interventi al giorno. Ragionare in questi termini - ha conluso Cialente- vuol dire parlare di "salute". Magari porta meno voti, ma di sicuro salva più vite umane".
"Sulla vicenda degli oltre 40 milioni di euro, provienienti dall'assicurazione, da destinare alla ricostruzione dell'ospedale regionale San Salvatore, intendo andare fino in fondo. La Asl dovrà chiarire come sono stati spesi".
È quanto ha dichiarato il presidente del Consiglio comunale Carlo Benedetti nel suo intervento durante la riunione straordinaria sulla sanità, ancora in corso, cui sono intervenuti l'assessore alla Sanità Silvio Paolucci, le senatrici Enza Blundo e Stefania Pezzopane e il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci.
"Si continua a parlare di riassetti e di massimi sistemi, - ha dichiarato Benedetti - si avanzano proposte ma nessuno dice che, a distanza di sei anni, l'ospedale regionale della città capoluogo non è stato ancora del tutto ricostruito. Eppure la struttura ha incassato un'assicurazione, a seguito del sisma e dei gravi danneggiamenti subiti, pari a oltre 40 milioni di euro. Fondi che sarebbero stati utilizzati per ripianare le falle del bilancio della sanità regionale. Sarebbe il colmo - ha proseguito Benedetti - se l'unico ospedale virtuoso e senza debiti non si potesse ricostruire perché deve tamponare i debiti altrui. Ritengo che tale questione sia basilare e dirimente. Se l'ospedale non viene ricostruito in tutte le sue parti si creano problemi e disservizi che rischiano di depotenziarne l'efficienza e indebolirne la posizione in ambito regionale. Per questo motivo intendo andare fino in fondo. Chiederò conto alla Asl, come Presidenza del Consiglio comunale, dell'utiizzo di questi fondi. La città, dopo sei anni, deve avere una risposta".
Il Consiglio comunale ha infine approvato, a maggioranza dei presenti, una mozione, che vede come primi firmatari i consiglieri Raffaele Daniele (Udc), Guido Quintino Liris (Forza Italia) e Pierluigi Properzi (Domani L'Aquila) ed è stata sottoscritta anche da altri consiglieri,
con la quale "impegna il sindaco a proporre, presso i competenti organi regionali, di valutare con attenzione e concretezza la
possibilità di creare due Asl regionali e a sostenere con forza la presenza di un ospedale di secondo livello nel territorio aquilano,
salvaguardando le specialistiche mediche presenti all'Aquila, leattuali attività ospedaliere e i rapporti con l'Università". Il documento fa riferimento in premessa al recente decreto (numero 70 del 2015) che prevede una rete ospedaliera di diversa complessità assistenziale, prevedendo una ripartizione in 3 categorie con un bacino di utenza crescente". In particolare, il testo rileva come il decreto preveda che "un ospedale Dea di secondo livello debba fare riferimento ad una popolazione tra 600mila e 1 milione 200mila abitanti", ritenendo "di dover salvaguardare le attuali prerogative del nosocomio e dell'ateneo aquilani".
Il Consiglio comunale ha approvato, a maggioranza dei presenti, una mozione, che vede come primi firmatari i consiglieri Raffaele Daniele (Udc), Guido Quintino Liris (Forza Italia) e Pierluigi Properzi (Domani L'Aquila) ed è stata sottoscritta anche da altri consiglieri,
con la quale "impegna il sindaco a proporre, presso i competenti organi regionali, di valutare con attenzione e concretezza la possibilità di creare due Asl regionali e a sostenere con forza la presenza di un ospedale di secondo livello nel territorio aquilano, salvaguardando le specialistiche mediche presenti all'Aquila, le attuali attività ospedaliere e i rapporti con l'Università".
Il documento fa riferimento in premessa al recente decreto (numero 70 del 2015) che prevede una rete ospedaliera di diversa complessità assistenziale, prevedendo una ripartizione in 3 categorie con un bacino di utenza crescente". In particolare, il testo rileva come il decreto preveda che "un ospedale Dea di secondo livello debba fare riferimento ad una popolazione tra 600mila e 1 milione 200mila abitanti", ritenendo "di dover salvaguardare le attuali prerogative del nosocomio e dell'ateneo aquilani".