Piano dimensionamento scolastico, intervento dell'assessore Bignotti
"È fuorviante la ricostruzione che in questi giorni appare sulla stampa circa la mancata partecipazione al processo decisionale che ha portato il Comune dell'Aquila ad elaborare la proposta di dimensionamento scolastico." A dichiararlo è l'assessore alle politiche educative Francesco Cristiano Bignotti che aggiunge: "le scelte e le decisioni sono sempre state illustrate e discusse all'interno delle riunioni del tavolo istituzionale appositamente costituito con delibera di giunta nell'ottobre 2018 al quale hanno preso parte tutti i dirigenti delle attuali direzioni didattiche della città dell'Aquila, l'Ufficio Scolastico Regionale, l'ufficio scolastico provinciale, un rappresentante dei presidi delle scuole superiori e per la prima volta i sindacati di settore. Gli incontri - prosegue l'assessore - si sono svolti durante l'anno scolastico 2018/2019 e c'è stata una continua interlocuzione con tutti gli attori presenti. Già nel mese di marzo 2019 a mezzo mail veniva condivisa con tutti i partecipanti i tavoli, una proposta di dimensionamento scolastico nella quale si evinceva chiaramente il futuro assetto scolastico. Medio tempore quindi tutte le altri componenti della scuola (insegnati, personale ata...) potevano essere informati di ciò che accadeva e avrebbero potuto esporre le loro richieste sia pubblicamente che formalmente, come si sta invece facendo solo a posteriori. A questo punto mi sembra che il meccanismo di 'condivisione a cascata' si sia inceppato da qualche parte esterna al Comune dell'Aquila. Ho sempre rilasciato a chiunque le spiegazioni che mi venivano richieste su ogni argomento - precisa l'assessore - e tranquillamente avrei potuto farlo nuovamente anche in questo caso, ma non ho mai ricevuto richieste in tal senso durante lo scorso anno scolastico salvo ultimamente leggere fumosi comunicati a mezzo stampa. Anzi - conclude l'assessore - proprio grazie ad un lavoro di studio e di analisi è stato possibile sventare la possibile riduzione delle direzioni didattiche da sei a cinque, e quindi il mantenimento di posti di lavoro e funzioni per il nostro territorio, a differenza di ciò che era emerso invece in altre sedi".