"Il coordinamento delle sedi Anas di Abruzzo, Molise e Puglia deve rimanere all'Aquila", il Sindaco Cialente scrive al Governo
Il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente torna a chiedere a Governo,
Anas e Regione che il coordinamento delle sedi Anas per Abruzzo,
Molise e Puglia resti all’Aquila e lo fa attraverso una lettera
indirizzata al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, alla
sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi, al
ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Del Rio, al
presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso, al vice presidente
Giovanni Lolli e all’amministratore delegato Anas Gianni Vittorio
Armani. “Il comprensorio aquilano e le aree delle altre province
contigue – scrive Cialente - stanno vivendo uno dei momenti più
drammatici della loro storia, addirittura più grave, per quanto
riguarda il sentimento dell’aspettativa, dei mesi e degli anni
successivi alla tragedia del 6 aprile 2009. Alla ripresa dell’attività
sismica nel centro Italia, nell’agosto scorso, che ha colpito e
disorientato profondamente la popolazione, già gravemente
traumatizzata, il famigerato comunicato della Commissione Grandi
Rischi che, senza alcuna articolazione o spiegazione scientifica, ha
lanciato un generico allarme per la previsione (ma allora i terremoti
si possono prevedere?) di una scossa di magnitudo 6-7 gradi Richter e,
a distanza di ventiquattr’ore, una seconda dichiarazione che avvertiva
di un possibile rischio Vajont per il lago di Campotosto, hanno
distrutto le aspettative, gettato scompiglio e seminato terrore, senza
che nessuno, ripeto nessuno, desse alcuna risposta alle preoccupate
domande dei cittadini e degli amministratori. Domande, tra l’altro,
riguardanti anche elementari interrogativi. Se lo Stato, infatti, dal
2003 ha imposto agli enti locali e a tutte le istituzioni pubbliche di
redigere una valutazione della vulnerabilità sismica, senza peraltro
mai fissarne una standardizzazione, qual è il valore di vulnerabilità
di una scuola, piuttosto che di un ospedale, rispetto al quale
mantenerli aperti e funzionanti alla luce di questo comunicato della
Commissione grandi rischi? Nessuno ha dato alcuna risposta, tutti si
sono rifiutati, rigettando ai sindaci la responsabilità di
“estemporanee” valutazioni. Ritengo, assumendomene la responsabilità,
che questo pezzo di Abruzzo, questo grande pezzo di Appennino del
Centro Italia, sia abbandonato a se stesso, e che ci sia stata
consegnata, come fossimo un vascello al largo di un porto, una
bandiera gialla. È un momento di profondo scoramento, di paura, di
insicurezza, per mancanza di risposte certe, o, almeno, omogenee e
chiare, che uno Stato civile ed organizzato, ed istituzionalmente
solidale e corretto, dovrebbe assicurare. Ma, ancora una volta,
reagiremo, sapremo reagire. Tuttavia, a questo punto, riteniamo di
dover chiedere al Governo se e fino a qual punto intenda realmente, e
non a parole, starci a fianco. Alla luce di queste considerazioni, -
prosegue Cialente - con le quali ho descritto, con toni pacati e quasi
ottimistici, la reale situazione, rivolgo, a nome degli aquilani e
degli abruzzesi, quella che ritengo essere una fondata richiesta.
L’Anas sta attuando una sua riorganizzazione funzionale, nelle aree
tecniche e amministrative, attraverso l’accorpamento dei dipartimenti
di più regioni. Non intendo assolutamente discutere la scelta
compiuta dal ministro Del Rio e dall’Anas. Una scelta politica,
funzionale, organizzativa che avrà le sue motivazioni. Motivazioni che
ignoro ma che sicuramente saranno fondate. Il coordinamento della
macroregione Abruzzo, Molise, Puglia avrà sede a Bari. Mi si dice che
questa scelta sia stata dettata dalla maggiore estensione delle rete
stradale e dei trasporti pugliese rispetto a quella abruzzese e
molisana. La mia richiesta, politica, che richiederà, a mio avviso,
esclusivamente una risposta politica, e non trincerata dietro a
giustificazioni semplicemente organizzative, è che la sede del
coordinamento venga localizzata all’Aquila. Questa richiesta nasce
dalle seguenti considerazioni. Il Governo deve dare un segnale che
crede nella ripartenza dell’Abruzzo e dell’Aquila, città che, grazie
all’enorme investimento economico per la ricostruzione, è una oggi una
delle più sicure del Paese rispetto al rischio sismico. In secondo
luogo la sede dell’Anas, primo edificio pubblico ricostruito
all’Aquila dopo il sisma, con una spesa di 15 milioni di euro, è oggi
la sede più moderna, più funzionale, ma soprattutto più sicura, di
tutto il Paese
L’Abruzzo, infine, è, da troppi anni, terra dimenticata, o meglio
trascurata, dalle grandi infrastrutture. A tal proposito non posso non
ricordare la vicenda vergognosa, e indegna di un Paese del G7, del
black out elettrico di giorni e giorni che ha colpito l’Abruzzo nelle
scorse settimane e lo stato delle strade. Un abbandono dell’Appennino,
grande questione nazionale, che, nel ritardo dell’arrivo dei soccorsi
ad Amatrice, si è drammaticamente palesato. La sede all’Aquila –
conclude Cialente - sarebbe il segnale di un’inversione di tendenza,
volta a promuovere politiche rinnovate per l’intero Appenino”.