Via libera a interventi straordinari per povertà e inclusione sociale
La giunta comunale, su proposta deliberativa dell’assessore alle
Politiche sociali Emanuela Di Giovambattista, ha approvato un piano di
interventi straordinari per la povertà e l’inclusione sociale, con i
conseguenti indirizzi, riferito al biennio 2015-2016. In particolare
verrà erogato un contributo economico straordinario una tantum, per
nuclei familiari con reddito Isee almeno sino a 3mila euro, con la
previsione, all’interno del bando per l’assegnazione di tale misura,
di un accordo di fiducia tra l’Amministrazione comunale e l’utente per
una parziale destinazione delle somme, pari ad almeno il 20 per cento,
a pagamento di canoni e utenze domestiche.
Verranno inoltre incrementate le risorse dedicate al progetto per
interventi integrativi della domiciliarità, aumentando le somme
destinate alla fornitura di beni e al pagamento di bollette e canoni,
in favore di utenti a carico del servizio sociale, attraverso la
redazione di piani personalizzati e calibrati sulle diverse
problematiche. Previsti anche l’apertura di uno sportello dedicato
all’accoglienza a al supporto per il pagamento di canone e bollette,
in fase di coprogettazione con le associazioni facenti parte della
Rete locale per i servizi di prossimità, rivolto alle famiglie con
reddito Isee pari a zero, inoltre azioni di supporto all’erogazione di
pacchi alimentari e beni di prima necessità da parte di associazioni
del settore che vorranno aderire al progetto e la prosecuzione di
politiche di sostegno al reddito in favore di oltre 70 famiglie con
minori, sotto forma di benefici socio economici.
I fondi complessivamente destinati al progetto ammontano a 300mila euro.
“I recenti, allarmanti dati diffusi dal Centro per l’impiego – ha
dichiarato il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente – ci dicono che il
27 per cento circa della popolazione del territorio è priva di
un’occupazione (cifra drammatica, se si considera la fascia attiva,
escludendo anziani e bambini), la metà di loro sono donne. Negli
ultimi 6 anni, e cioè dalla data del sisma, la disoccupazione è
aumentata di oltre l’800 per cento e ha visto raddoppiare il numero di
cittadini stranieri iscritti al Centro. I nostri uffici Sociali
ricevono richieste sempre crescenti di sostegno da persone e nuclei
familiari in condizioni di indigenza, a volte totale, con una
preoccupante tendenza alla cronicizzazione dei problemi. Alla luce di
tale gravissima situazione l’Amministrazione comunale si è dato come
prioritario l’impegno a fornire delle risposte, nell’ambito delle
risorse finanziarie disponibili, riservandosi di incrementare lo
stanziamento economico destinato a sostenere progetti e politiche di
sostegno al reddito, tutte riconducibili a quella ricostruzione
sociale che è un punto nevralgico delle azioni programmatiche post
sisma”.
“Si tratta di una prima risposta - sono le parole dell’assessore alle
Politiche sociali Emanuela Di Giovambattista – a un fabbisogno che
nasce da problematiche complesse e differenti, letteralmente esplose
dopo il sisma, che vanno dal progressivo impoverimento, dovuto alla
chiusura di attività autonome o alla contrazione del mercato del
lavoro, fino al dilatarsi delle difficoltà abitative. I soggetti
maggiormente interessati da fragilità sociali sono persone con
disabilità e marginalità sociali, donne sole con minori a carico,
nuclei familiari a basso reddito, famiglie numerose o con procedure di
sfratto a carico. Abbiamo individuato – ha proseguito l’assessore – 5
diverse azioni da attuare, differenti tra loro perché differente e
articolato è il quadro complessivo delle necessità. Sono interventi
parziali perché non vogliamo promuovere un assistenzialismo fine a se
stesso, quanto piuttosto stimolare e agevolare l’approdo all’autonomia
da parte di queste persone e di queste famiglie. Abbiamo rimodulato
risorse già esistenti ma è chiaro che sono necessari ulteriori fondi,
da prevedere già in sede di riequilibrio di Bilancio. La ricostruzione
sociale, attraverso il contrasto a situazioni di povertà e di
indigenza, riguarda, purtroppo, un’ampia fascia sociale, non solo
all’interno dei quartieri Case, e pertanto vanno date risposte a tutto
campo e rivolte a tutta la popolazione in condizioni di fragilità
economica”.