Mancati sfratti ai morosi degli alloggi post sisma, Comune obbligato a depositare controdeduzioni alla Corte dei Conti; il Sindaco Cialente: "Applicate regole normali a una situazione che è ancora un campo di battaglia"
“Sono stato raggiunto, stamani, da un invito a depositare deduzioni ed eventuali documenti da parte della Procura Regionale della Corte dei Conti.
Il provvedimento, che interessa anche gli assessori Pelini e Moroni e la dirigente Del Principe, nasce da un' indagine eseguita dal Comando della Guardia di Finanza dell'Aquila ed è legata al mancato sfratto degli inquilini morosi di CASE, MAP, fondo immobiliare ed affitto concordato; in parole povere non avere cacciato gli assegnatari (ex affittuari) morosi avrebbe provocato un grave danno erariale poiché per ciascun nucleo sfrattato si sarebbe potuto dare un appartamento ad una altro nucleo che attualmente usufruisce del contributo di autonoma sistemazione.
Nei 30 giorni a disposizione, chiariremo che da tempo i nostri uffici stanno inviando agli inquilini morosi, dei progetti CASE e MAP, del fondo immobiliare ed anche degli appartamenti ERP (case popolari di proprietà del Comune dell'Aquila) solleciti o ingiunzioni di pagamento; nel contempo, stiamo procedendo a questa azione anche nei confronti delle morosità per le bollette dei consumi individuali (gas e luce) che rappresentano un altro problema.
Avremmo forse dovuto già procedere con sfratti ed interventi coattivi di recupero delle somme non pagate ma purtroppo, al di là di una parte di assegnatari che per scelta si rifiuta di pagare sia i canoni che le bollette pur avendone le disponibilità economiche (e nei confronti dei quali stiamo già predisponendo le azioni legali, ritenendo tali atteggiamenti inaccettabili) abbiamo accertato che la gran parte dei morosi lo è perché assolutamente priva delle risorse per far fronte a spese di affitto o di pagamento dei consumi.
Tanto è vero che molti di questi assegnatari lo sono diventati anche in seguito alla graduatoria per le “fragilità sociali” peraltro finanziate da atti governativi.
Come abbiamo più volte segnalato, in questa Città, a seguito del sisma che ha centuplicato le difficoltà economiche del Paese, esistono ormai centinaia di nuclei familiari alla disperazione, aiutati unicamente dal Comune dell'Aquila, dalla Caritas (peraltro aiutata a sua volta dal Comune per la residenzialità), dalla Mensa di Celestino e dalle altre associazioni del volontariato privato.
Dalla Giunta urgente convocata oggi alla luce di tale atto, abbiamo purtroppo dovuto decidere di accelerare le procedure anche di sfratto e di recupero coercitivo dei crediti.
Ci rendiamo conto che si tratta di un'operazione senza sbocchi razionali perché sfrattare queste famiglie vorrebbe dire ricreare i meccanismi per i quali molti di loro sono stati inseriti negli alloggi proprio dal Comune, che in questi casi devi intervenire per legge.
Speriamo, pertanto, di riuscire ad evitare gravi tensioni sociali ed ulteriori preoccupazioni per le famiglie che già per altri motivi hanno perso la loro serenità.
Nelle prossime ore incontreremo il Prefetto e nel contempo cercheremo di spiegare, carte alla mano, alla Corte dei Conti che la sistemazione di famiglie eventualmente sfrattate dal Comune dell'Aquila (per le quali la Repubblica Italiana comunque prevede che qualcuno dia l'alloggio e quel qualcuno è il Comune) verrebbe a costare in strutture alberghiere, come capitato in passato, presso la Guardia di Finanza, cifre di gran lunga superiori ai 200 o 600€ di CAS che attualmente vengono assegnati agli altri nuclei familiari che si sono trovati autonomamente un alloggio. Anzi, proprio per risparmiare soldi pubblici, il Comune svuotò la Guardia di Finanza.
Posto il massimo rispetto nelle attività della Guardia di Finanza e della Corte dei Conti che, giustamente, pungola gli Enti Locali ad agire per il meglio, non possiamo sottacere il profondo sentimento di solitudine che noi amministratori stiamo vivendo nel momento in cui DA SOLI ci troviamo a fronteggiare la disperazione, che ha mille facce, di una Città distrutta non solo nelle sue case, monumenti e chiese, ma soprattutto in quella che era la dignità di tante famiglie ora allo stremo.
Come sempre lavoreremo pensando prioritariamente agli ultimi di questa povera comunità, cercando di far comprendere che i nuclei familiari non sono dei pacchi spostabili ed intercambiabili ma gente in carne ed ossa, famiglie con bambini ed anziani, senza lavoro e senza reddito e che forse, in questa tragedia, sono quelli che dopo il dramma dei parenti delle vittime, che soffrono di più.
Noi ci stiamo lavorando e a tal proposito stiamo predisponendo uno specifico asse di intervento che ha l'obiettivo di migliorare l'inclusione sociale delle persone e delle famiglie più fragili.
Non so davvero dove prenderò il coraggio di firmare le ordinanze di sfratto delle tante famiglie che sono venute qui, alla mia scrivania, cercando solidarietà, che ho visto spesso piangere, e questo vi assicuro che è lacerante, davanti ai loro figli che comunque hanno sempre gli occhi un po' più tristi degli altri bambini aquilani.
E' terribile sapere che lo Stato in questo momento applichi regole, giuste, della normalità, in una situazione che è un campo di battaglia.
Spero che questo atto non venga interpretato, dalla stampa che definisce L'Aquila “La Città coperta d'oro”, come l'ennesimo “magna magna” degli aquilani.”
Massimo Cialente
Sindaco dell’Aquila