Ricostruzione, l'Assessore Di Stefano: "Poco garbate le affermazioni del Ministro Trigilia"
La misura garbata finora riservata dal ministro Trigilia all'ottemperanza di una delle sue deleghe più delicate, come quella della ricostruzione del cratere sismico abruzzese, si è oggi infranta nell'intervista rilasciata dallo stesso ministro al quotidiano Il Messaggero. All'indomani di uno dei giorni più difficili per la città, il ministro, che aveva già rinunciato da tempo alla sua visita a L'Aquila per motivi altri rispetto alle inchieste giudiziarie in corso, motivi che avevano a che fare con la mancanza di risposte certe sulla destinazione del 5% alle attività produttive, si augura che il fango di questa triste vicenda non colpisca gli onesti che da anni lavorano nel processo di ricostruzione. Ma l'unico modo che trova per supportare la squadra che onestamente sta operando sulla sua delega è quella di rilasciare dichiarazioni inesatte e stizzose sulla ricostruzione.
Come di recente ho già avuto modo di ricordare, già le provvidenze della CIPE 135, stanziate dal ministro suo predecessore, pari a 985 milioni di euro, non riuscivano a coprire a inizio 2013, il cospicuo importo dei progetti presentati delle periferie e dei centri storici. Solo nello scorso anno, infatti, il Comune dell'Aquila ha erogato contributi pari ad 1 miliardo 150 milioni, finanziamenti resi possibili esclusivamente tramite l'accordo firmato dall'amministrazione comunale con ABI. Questi dati smentiscono evidentemente le dichiarazioni del ministro su un tiraggio annuo in termini progettuali di soli 500 milioni di euro.
Il bisogno pressante e dunque la legittima richiesta presso il Governo, di una strategia economica certa per la ricostruzione a partire dal 2014, non può e non deve essere scambiata per rivendicazionismo, termine obsoleto e quanto mai inappropriato quando si tratta della programmazione economica di un disastro naturale. Una programmazione, insistentemente richiesta dal Governo, messa in campo e condivisa dall'Amministrazione comunale che rischia di essere soddisfatta solo per un progetto su quattro tra quelli presentati. Una programmazione che deve riguardare la città dell'Aquila quanto tutti i comuni del cratere sismico. Mai, in questi quattro anni, questa Amministrazione è stata sfiorata dal dubbio di non portare avanti un discorso di rinascita collettiva, unica possibilità, di una ripresa socio economica globale. Mi preme inoltre capire dal ministro su quali basi ha richiamato il nostro Prg, comunque in via di revisione, quale strumento limitante la ricostruzione dei centri storici. Su questo argomento sono disponibile ad un confronto immediato che chiarisca, al contrario di quanto affermato dal ministro, che proprio le disposizioni normative del Prg vigente hanno consentito di partire con immediatezza al restauro e al miglioramento strutturale dei centri storici.
Sono proprio le norme di cui disponiamo quelle che tengono in debita considerazione le tipologie di intervento necessarie sia ai fini della ricostruzione e del miglioramento strutturale e della sicurezza degli edifici sia ai fini della permanenza dei valori dell'identità dell'intero complesso monumentale dei centri storici dell'Aquila e delle frazioni. Di questa possibilità d'intervento sono un esempio concreto le centinaia di aggregati in corso di avanzata esecuzione già esaminati dalla Soprintendenza poiché vincolati. In ultimo, per fare solo un esempio di programmazione, vorrei che il ministro ci chiarisca come mai all'atto dovuto, derivato da legge statale, sul rimborso di beni mobili e traslochi che ad oggi ammonta a venti milioni di euro rendicontati, sono stati trasferiti solo 7 milioni di euro.
Pietro Di Stefano
Assessore alla Ricostruzione